Lasciato il rifugio del Monte Cervati, il viaggio riprende sul sentiero dei pellegrini attraversando la località Collata la Gorla e inerpicandosi fino a quota 1844 sul costone di Chiaia Amara.
In vetta si viene assaliti da un senso di stupore e di appagamento: da un lato si vede il Cilento ed il blu del mare che ne lambisce le coste;
dall’altro la Maddalena e l’antica terra di Lucania; sopra la testa solo la sterminata distesa azzurra del cielo.
Affaticati ma soddisfatti, si riprende il cammino sul lato destro di una conca, dove la neve resta fino a primavera inoltrata, e si raggiunge la Cappella della Madonna della Neve.
Da qui si possono ammirare le imponenti pareti rocciose, che insistono su canaloni molto ripidi, dove recentemente ha ripreso a nidificare l’aquila reale.
Scendendo su un piccolo sentiero anulare alle spalle della cappella si raggiunge la Grotta della Madonna.
Il cancello, che generalmente chiude l’ingresso all’anfratto, viene aperto durante il periodo della novena (27 luglio - 4 agosto), quando si va in pellegrinaggio al simulacro della Vergine con il Bambino, una statua in malta e stucchi policromi in cui si riscontrano i caratteri iconografici bizantini.
Dalla Cappella della Madonna della Neve l’itinerario prosegue in direzione ovest lungo una carrareccia (al primo tornante si può deviare per una visita all’inghiottitoio-ghiacciaio della Nevera) e svolta all’altezza del terzo tornante a sinistra per raggiungere la località Donna Annina e più avanti la sterrata in Val Fornillo. Da qui, proseguendo per altri 800 metri verso Val Ceraso, si piega a sinistra su un sentiero che scende verso una tortuosa strada sterrata che porta all’ingresso artificiale dell’Affondatore di Vallivona (quota 1070).
A questo punto è il caso di accendere la torcia ed indossare un indumento pesante per inoltrarsi, facendo attenzione alle buche, in una galleria di 400 metri che conduce all’interno dell’imponente inghiottitoio.
Affascinati da questo squarcio nella terra si lascia la galleria e si scende in direzione del Varco La Peta, immettendosi su un sentiero tortuoso che conduce alle sorgenti del fiume Bussento. Si segue il percorso che attraversa il Vallone dell’Inferno ed a quota 909 si oltrepassa la grotta da cui nasce il fiume. Il sentiero impervio scende seguendo il vallone e in alcuni tratti si avvicina alle profonde gole, dove cascate in vasche d’acqua limpidissima ci lasciano ancora una volta senza fiato.
Ritornando sul sentiero si scende, fino ad incontrare una carrareccia che si insinua nel bosco misto di aceri, cerri e carpini, tipico della zona pedemontana. Nei pressi del Ponte dell’Inferno, si scende sulla strada provinciale e dopo circa 4 chilometri si raggiunge il centro abitato di Sanza.
Tappa 6
Tempo di percorrenza: 8 h circa
Dislivello: q255 m. Q1311 m; quota max 1852 m.
Grado di difficoltà: escursionistico
Comuni attraversati: Sanza
Periodo consigliato: primavera - autunno
Percorso: dal Rifugio del Cervati si giunge ad ammirare lo spettacolare scenario in vetta al monte, per poi ridiscendere verso Sanza, seguendo le orme dei pellegrini che vanno in visita al Santuario della Madonna del Cervati. Lungo la strada sono previste due deviazioni che permettono di scoprire l’Affondatore di Vallivona e le profonde gole del Bussento.
Note: il sentiero è segnalato con segnali rosso-bianco-rosso; è necessario munirsi di torcia elettrica e di una giacca anche d’estate per la visita all’Affondatore di Vallivona.