La Certosa di S. Lorenzo, fondata nel 1306, fu trasformata nel maestoso complesso oggi visibile nel corso del ‘600 e ‘700. Furono questi i secoli d’oro, poi interrotti dalla soppressione degli ordini conventuali, che nel 1866 segnò il definitivo abbandono del monastero.
Da oasi pacifica, la Certosa divenne così luogo delle miserie umane e venne adibita nel corso del ‘900 ad ospedale militare, campo di concentramento ed infine, sino agli anni ’50, orfanotrofio.
Queste fasi storiche sono ben documentate dalle fotografie di Giuseppe Castillejo (1909-1990), insignito nel 1932 da Umberto II di Savoia di una medaglia d’argento in ringraziamento degli scatti fatti in occasione della sua visita alla Certosa con la moglie Maria José.
Le lastre fotografiche sono ancora gelosamente conservate dal figlio Enrico. Vale la pena fermarsi nel suo studio fotografico a Padula in Via I. Balbo per leggere la lettera di Umberto II, appesa alla parete, e chiedergli di mostrarvi le macchine fotografiche d’epoca e le foto scattate dal padre, che documentano la storia di Padula nel ‘900.
Negli anni Ottanta la Soprintendenza, grazie ad attenti restauri, ha posto fine all’età buia della Certosa, riconosciuta come Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
Attualmente nei mesi estivi in questo palcoscenico d’eccezione si tengono concerti, spettacoli teatrali, mostre di arte contemporanea e una rivisitazione storica tra realtà e leggenda, che commemora il passaggio in Certosa di Carlo V nel 1535.