Folklore e Artigianato

Il Folklore

Tratto da "Culture, Danze e Popoli" - Comunità Montana Vallo di Diano - Febbraio 2007

Una traduzione della parola Folklore,termine che risulta composto da due sostantivi di derivazione anglo-sassone – folk inteso come popolo, gente di ceto sociale abbastanza numeroso e poco acculturato e lore come conoscenza orale, sapere non scritto e non registrato- risulta difficile da stabilire. In realtà può essere bene accolta la definizione che accomuna il termine folklore con quello di tradizione popolare. Il folklorista non studia tutte le manifestazioni storico-sociali che caratterizzano la tradizione di un popolo, ma soltanto quelle che riescono a superare la forza distruttrice del tempo, ed ha come scopo principale il cercare di conservare il ricordo di tutto ciò che ha caratterizzato le vestigia del passato, per l’uomo, per la sua storia e per il suo progresso.
Mentre in origine il campo di studio del folklore era limitato alla ricerca ed all’analisi di leggende, racconti, fiabe e canti, oggi questo campo si è ampliato così tanto da riuscire ad includere nel suo interno, una grande quantità di manifestazioni popolari, che tracciano il proprio percorso dai riti ai costumi, dalle credenze alle superstizioni. Non esistono confini, tutto diventa estremamente dilatato per mettere in luce quello che rappresenta l’essenza di un popolo, di quel mondo fatto di originalità e tradizione.
L’insieme delle tradizioni di un popolo vanno ricercate direttamente, interrogando il popolo stesso, considerando il fatto che a volte ci si ritrova di fronte a forti lacune e la resistenza nel voler diventare interlocutori, si ha soprattutto quando ci si rivolge a quella parte di popolo costituita da contadini, pastori, anziani del territorio, veri e diretti custodi di verità oramai lontane e quasi dimenticate.

 

Folklore - Ballando a suon di musica

Casalbuono vanta un gruppo folkloristico fra i più vitali della zona, che prende il nome dall’antica Cesariana, distrutta secondo la leggenda dai Saraceni ed i cui abitanti avrebbero poi fondato Casalnuovo. 
Ma nome e leggenda a parte, questo gruppo è profondamente legato alla storia del suo paese, di cui tramanda il patrimonio antropologico-culturale, recuperato attraverso i ricordi degli anziani.
Nel corso dei loro spettacoli, al suono di fisarmonica, tamburelli e cúpe cúpe vengono composte danze e si innalzano canti che rievocano le varie fasi della vita: la nascita rappresentata con la ninna nanna; l’infanzia con i giochi dei bambini quali a mórra, pise e pisélla (il gioco della conta), une mbond’ a luna (la cavallina); il corteggiamento inscenato con vecchie usanze come ‘u ceppone, ovvero il ceppo che l’aspirante poneva nottetempo davanti alla casa dell’amata, sperando che al mattino venisse ritirato dai genitori, che manifestavano così il loro consenso al matrimonio.
Ed è proprio con la festa nuziale, ovvero l’ingresso nell’età adulta, che si conclude lo spettacolo tra polche, tarantelle e quadriglie.

 

Artigianato - Sopravvivenze di artigianato

Nel Vallo di Diano le lavorazioni artigianali della pietra, del legno, degli intrecciati un tempo fiorenti, sono oggi destinate a scomparire, qualora non vengano al più presto rilanciate.
E’ inutile quindi sperare di fare shopping in negozi con manufatti artigianali in bella mostra; l’unica opportunità è scovare i pochi laboratori superstiti o fermarsi a parlare con gli anziani, che durante la buona stagione si siedono sull’uscio delle proprie case ad intrecciare ceste, ad intagliare scodelle o a ricamare. 
A Padula continua a tramandarsi l’arte del ricamo: due gruppi di ricamatrici si riuniscono presso il Convento di S. Francesco e presso la Chianca Vecchia lavorando prevalentemente su commissione e devolvendo in beneficenza i proventi.
E’ tuttavia possibile contattarli per sapere se vi è un’esposizione o qualcosa di pronto in vendita. 
A S. Arsenio Margherita Pica ha un laboratorio di tessitura dove vengono realizzati arazzi, tappeti e tende ispirandosi anche a motivi tradizionali.
La lavorazione della pietra, che un tempo aveva reso noti al di fuori del Vallo gli scalpellini padulesi,  continua ad essere viva al livello artigianale a Teggiano con il laboratoro di Barbato, il laboratorio di Moscarella e La bottega della pietra nella piazza principale. 
Sempre a Teggiano i Mariniello si tramandano da generazioni l’arte della forgiatura realizzando anche su commissione elementi d’arredo e piccole sculture. 
Per quanto riguarda la ceramica vi è il laboratorio di Carmine Greco a Sala Consilina e in loc. Trinità (Sala Consilina) il laboratorio dei fratelli Scialpi, che originari di Grottaglie, riproducono da un paio di generazioni i modi e le forme dell’antico artigianato pugliese, regione con cui il Vallo ha da sempre avuti rapporti commerciali.
Nella notte dei tempi si perde la lavorazione dei salici per farne cestini, recipienti di varie forme e dimensioni, fusciéddi nei quali mettere in forma ricotte e formaggi.
Il proprietario della libreria nella Certosa di Padula (nel primo cortile), appassionato di storia e tradizioni, ha in vendita, oltre a libri, a ciaramelle in legno di bosso e a zampogne, anche alcuni cesti realizzati dai pochi anziani che continuano ad intrecciare. 
Per chi ama i cibi e i prodotti tipici il Vallo è veramente una terra da scoprire: ai numerosi caseifici dove acquistare mozzarelle, caciocavalli, formaggi si affiancano spacci in cui trovare il miele, oli, sottoli, pasta fatta in casa e macellerie che producono saporitissimi insaccati.
Da non perdere sono i salumifici presenti in ogni paese, i quali vendono i prodotti della propria azienda. Alcuni di questi allevano gli animali allo stato brado sui monti vicini, cercando di riproporre le specialità tipiche realizzate in passato solo per un consumo familiare.
E’ da tenere presente inoltre che anche diversi agriturismo locali vendono i propri prodotti (insaccati, formaggi, marmellate, miele etc.).
Tutte queste tradizioni sono documentate nel Museo Civico di Montesano e nel Museo degli usi e delle tradizioni del Vallo di Diano a Teggiano, dove sono raccolti centinaia di oggetti della vita e del lavoro quotidiani.