Quattro comandamenti per chi va in grotta
Per la formazione di un’etica speleologica:
1) Non abbandonate nulla
Qualsiasi materiale lasciato in grotta non solo deturpa l’ambiente ma può essere un inquinante e provocare gravi danni. La nicotina, rilasciata dai mozziconi di sigaretta, stermina ad esempio la fauna presente in piccoli volumi d’acqua, mentre le pile di macchine fotografiche o luci corrodono le concrezioni.
2) Non toccate e non lasciate traccia del vostro passaggio
Toccare le concrezioni (alle volte è irresistibile) significa alterare la loro crescita naturale, poiché si modifica il velo d’acqua superficiale da cui dipende il loro sviluppo. E’ necessario evitare il calpestio inutile camminando in fila indiana e seguendo nelle grotte turistiche il percorso segnalato.
3) Non asportate nulla
I reperti archeologici, i concrezionamenti, le mineralizzazioni esposte nel proprio salotto perdono irrimediabilmente la propria bellezza, così come la grotta da cui provengono.
4) Non disturbate chi vive in grotta
Disturbare gli organismi può essere in alcuni casi molto grave. Svegliare dal letargo i pipistrelli con illuminazioni violente o rumori, significa fargli consumare le loro scorte energetiche, mettendo a rischio la loro vita.
Non calpestate inoltre il guano, che per alcuni animali che vivono in grotta è l’unica forma di “pascolo”.
A pesca di trote
Chi è amante della pesca ha la possibilità di pescare a spinning risalendo il fiume Calore, ricco di trote. Dall’abitato di Casalbuono, si percorra la SS 19 in direzione sud per 4 km circa ed in località S. Antuono si imbocchi una stradina sterrata sulla sinistra, poco prima del ponte detto “del Re” (oggi non più utilizzato);
si prosegua ancora per 1 km circa lungo il fiume Calore, sino ad un ponticello dove si può lasciare l’automobile. Il fiumiciattolo, costeggiato da un sentiero, è poco profondo e può essere tranquillamente risalito camminando dentro l’acqua, muniti di stivali e canna da pesca, sino a raggiungere una cascata artificiale.