Da S. Giovanni in Fonti a S. Michele
Per arrivare al Battistero di S. Giovanni in Fonti, si prende la SS 19 e si raggiunge l’omonima località, tra Padula e Sala Consilina; all’altezza del cartello stradale (loc. S. Giovanni in Fonti) si svolta sulla strada adiacente (a destra se provenienti da Padula) per circa un chilometro, seguendo le indicazioni “Agriturismo La Fonte”.
Questo è un vecchio casale, dietro al quale si celano i resti del Battistero di Marcellianum. Si può lasciare qui la macchina e iniziare questo lungo itinerario. La prima parte è costituita dal cosiddetto Sentiero Frassati, che il Club Alpino Italiano ha dedicato a Pier Giorgio Frassati, giovane domenicano amante della montagna e beatificato nel 1990. Arrivati sulla cima di Sito Alto si scende per il Sentiero dei Pellegrini, che da secoli viene risalito dai devoti alla Madonna. Il sentiero inizia in pianura nei pressi della tabella informativa del CAI, lasciando il Battistero sulla destra e proseguendo su una sterrata in direzione di Sala. Dopo circa mezz’ora di cammino, tra campi coltivati che disegnano trame variegate, si arriva ai ruderi del Monastero di Sant’Angelo in Fonte (XIV secolo), su un poggio a mezza costa (quota 554 m.), guidati dai resti di una torre che spicca ancora tra la boscaglia rada.
Il monastero, refuso di stile romanico e gotico, ospitò agli inizi del ‘300 una comunità di monache cistercensi dell’ordine di San Bernardo - Santo Patrono e protettore degli alpinisti - ma ebbe vita breve a causa della grave pestilenza che nel 1348 colpì l’Italia intera, seppure alcune fonti fanno supporre che dopo il morbo sia proseguita una certa attività monastica.
Il luogo è importante anche per la vicina Grotta di Sant’Angelo (quota 560 m.). In questa spelonca ebbe inizio per la gente di Sala, così come è riscontrabile in altre località del meridione e del Vallo di Diano, quel culto micaelico che più tardi si sviluppò nella costruzione di un vero e proprio santuario.
Continuando a camminare ed alzando gli occhi verso il colle della Balzata, si definiscono sempre meglio le forme del Santuario di S. Michele Arcangelo. In circa due ore e mezzo di cammino, tra la boscaglia e qualche campo terrazzato, è possibile coprire i circa 4 km di distanza dalla meta, di cui i primi due del tutto agevoli e gli ultimi due, che vanno dal bivio della Madonna di Loreto (quota 690 m.) al colle dove sorge il santuario (quota 986 m.), più difficoltosi a causa della pendenza.
Giunti sul piazzale antistante il Santuario di S. Michele Arcangelo ed affacciandosi da questa terrazza naturale che domina il cuore del Vallo di Diano, si gode di uno spettacolo inconsueto, specialmente se la giornata è limpida e il cielo terso: di fronte giace la piana, con gli intarsi variopinti degli appezzamenti agricoli, abbracciata dai monti, su cui spiccano le cime del Cervati e del Sirino, spesso innevate fino a primavera inoltrata.
Osservando l’edificio religioso, si nota il cubo bianco della cappellina a cui è giustapposto il corpo di fabbrica posteriore.
La cappella, che custodisce un’immagine forse cinquecentesca dell’Arcangelo, è la parte più antica oggi visibile del complesso, ampliato dopo il miracolo del 1715, quando dal dipinto sgorgarono delle goccioline di liquido prodigioso.
Questo fenomeno eccezionale fu considerato un segno della protezione di S. Michele verso i Salesi, che lo innalzarono a loro patrono e costruirono in suo onore un vero e proprio santuario. L’attuale chiesa, ristrutturata dopo il terremoto del 1857, è a tre navate, di cui quella centrale è coperta con una volta a botte, dipinta dal maestro Volpe.
Durante recenti lavori di restauro ai lati dell’abside, sono stati rinvenuti due affreschi rappresentanti l’Annunciazione, probabilmente anteriori al 1700.
Se volete visitare la chiesa, attenzione ai periodi di festa. L’8 maggio è il giorno in cui la statua di San Michele viene trasportata in processione sul colle della Balzata per dimorare nel santuario fino al 29 settembre, giorno in cui viene ricondotta in paese preceduta dai cinti (candele dipinte, addobbate con nastri colorati) tenuti sulla testa dai fedeli.
Dal 9 al 17 maggio si svolge sempre sul colle della Balzata la novena in onore dell’Arcangelo Michele, che si conclude proprio il giorno in cui accadde il miracolo;
il 4 luglio 1213 viene ricordata l’apparizione dell’Arcangelo ad un pastorello con la celebrazione di una Santa Messa nel Santuario.
Volendo iniziare l’itinerario dal Santuario di S. Michele, vi si può giungere in automobile seguendo le indicazioni da Sala Consilina.
Dopo la visita della chiesa, si prosegue sul sentiero a destra indicato dai segnavia. Di fronte si ammira il Monte Schiavo, mentre sulla sinistra, sulla cima di Monte Sito Marsicano si intravede la piccola cappella della Marònna ri la Sit’Auta (Madonna di Sito Alto).
E’ lì, sempre più in alto alla ricerca di una sorta di contatto celeste, che conduce in circa tre ore questo percorso.
I primi 2 km fino al bivio del Casone (quota 991 m.) sono relativamente facili, mentre gli ultimi 4 fanno sentire la fatica della pendenza, che aumenta. Dopo alcuni saliscendi, si inizia ad aggirare il Monte Schiavo sul versante orientale, godendo di un’inusuale veduta delle case di Padula, che si arrampicano sul Colle della Maddalena, e dei boschi che rivestono la cima del Monte Cavallo.
Durante il cammino si incontrano alcuni terrazzamenti d’alta quota, coltivati fino al secondo dopoguerra ma oggi in stato di abbandono; questi antichi coltivi, oltre ad avere una valenza storico-antropologica, costituiscono una preziosa riserva di specie endemiche (in modo particolare frutta) che si sta cercando di recuperare in tutto il Vallo di Diano.
Il percorso sale quasi sempre ombreggiato, risultando percorribile anche nella stagione più calda, per poi scoprirsi nella parte finale quando si giunge al tratto in comune con l’antico Sentiero dei Pellegrini.
Ma a questo punto già si scorge la Cappella della Madonna di Sito Alto (quota 1467 m.), nella quale da tempo immemore si pratica il culto mariano ed al cui interno viene custodita la statua in pietra della Vergine col Bambino.
Da qui la vista spazia a 360 gradi; se prima dal colle della Balzata guardavamo ammirati il Cervati e il Sirino, ora si scorgono anche le cime degli Alburni, dei Picentini e verso la Lucania i complessi montuosi del Vulture, dell’Arioso-Pierfaone e del Volturino, e nelle giornate veramente limpide si arriva a vedere anche le vette del Pollino e dell’Orsomarso in Calabria.
Per la discesa verso Sala si percorre il tradizionale Sentiero dei Pellegrini, che i salesi fanno perlomeno tre volte l’anno: due volte per venerare la Vergine (il primo martedì dopo la Pentecoste ed il 14-15 agosto) ed una (la terza domenica di ottobre) per avvolgere la statua della Madonna nella lana proteggendola dal rigore dell’inverno. Dopo il primo tratto di sentiero scoperto si scende sotto le fitte volte del bosco lungo il Vallone di Cervara; in due ore circa si arriva ai ruderi del Castello di Sala, di origine normanna, che domina l’abitato. Da qui si può scendere in mezz’ora nel centro storico salese, proseguendo lungo il Sentiero dei Pellegrini, che conduce nella parte sud del paese; oppure seguendo dalla parte opposta un più comodo percorso a tornanti con panoramica sul Vallo di Diano, che giunge alle rovine della Chiesa di S. Leone (parte nord dell’abitato), una delle più antiche fondazioni religiose della città, ricostruita nella seconda metà dell’Ottocento.
Percorso 2
Tempo di percorrenza: 9h circa
Dislivello: q989 m Q853m; quota max 1467 m.
Grado di difficoltà: escursionistico (“per esperti” causa la lunghezza)
Comuni attraversati: Sala Consilina
Periodo consigliato: tutto l’anno tranne i mesi invernali per i tratti in quota
Percorso: l’itinerario si sviluppa sui monti della Maddalena e porta dal Battistero di San Giovanni in Fonti, tra Padula e Sala Consilina, alla cima del Monte Sito Marsicano, passando accanto ai ruderi del Monastero di Sant’Angelo e guadagnando la vetta del Santuario di San Michele;
per il ritorno si suggerisce la discesa attraverso il Sentiero dei Pellegrini, che conduce al centro storico di Sala Consilina passando per il castello.
Note: l'itinerario non è anulare, chi volesse percorrerlo tutto, partendo presto la mattina deve programmare gli spostamenti in automobiile oppure pernottare a Sala Consilina. In alternativa è possibile percorrere dei tratti tipo da San Giovanni in Fonte a San Michele (3h), da San Michele alla Madonna di Sito Alto (3h), da Sala Consilina alla Madonna di Sito Alto (3h).